Pubblichiamo un intervento dell’ON. Rina De Lorenzo, nostra collega e già Dirigente Sam-Gilda, a commento del documento di 10 Dirigenti Scolastici ANP contro le Organizzazioni sindacali del comparto Scuola:

Vergognatevi! E’ l’invito che Berlusconi rivolse ai magistrati fiorentini “rei” di indagare quell’intruglio di corruzione e malaffare che portò alle stragi mafiose.
Vergogna! Urlava Sgarbi dagli scranni di Montecitorio al cospetto dei colleghi deputati che votavano la legge anticorruzione.
VERGOGNATEVI! (il maiuscolo è nell’originale) hanno gridato sdegnati all’indirizzo dei sindacati in una nota sottoscritta, una decina di dirigenti scolastici capitanati dall’ex segretaria dell’ex ministro Bussetti, universalmente noto per aver sintetizzato il suo piano per il rilancio della scuola al Mezzogiorno nella ormai celebre frase “Vi dovete impegnare forte” rivolta agli sfaccendati docenti del Sud.
Parafrasando la famosa battuta dell’Amleto di Shakespeare «Vergogna, dov’è il tuo rossore?» viene immediatamente da chiedersi dove sia la colpa dei ciarlieri sindacati tale da invocarne l’oblio (eterno?). Tutto viene chiarito nelle righe successive allorquando si scrive: “Un comunicato unitario delle sigle sindacali rappresentative chiede al MI che sia immediatamente ritirata la nota Bruschi perché “contenente modalità di organizzazione del lavoro che sono oggetto di relazioni sindacali”.
Ecco la colpa che deve ingenerare la vergogna: aver chiesto il rispetto del contratto collettivo di lavoro per il personale della scuola e i loro diritti costituzionalmente garantiti al fine di evitare pericolose fughe in avanti di “comandanti” nascosti dietro la retorica del “lasciateci lavorare”. Come se la richiesta di ritiro della nota ministeriale (dal titolo “prime indicazioni” e intervenuta dopo 3 settimane di lavoro dei docenti! n.d.r.) fosse di intralcio all’encomiabile lavoro svolto dai docenti che, in questi giorni di sospensione delle attività didattiche, stanno dando prova di responsabilità e spirito solidaristico restando al fianco dei loro studenti. Questo nonostante tutti i limiti strumentali e umani uniti allo slancio didattico e alle competenze di professionisti della scuola in grado di adattare gli interventi didattici ad un’emergenza senza precedenti nella storia repubblicana.
“Vergognatevi e tacete”: certe frasi così apodittiche e monodimensionali, hanno la capacità di convincermi ipso facto del contrario perché segnano una linea di demarcazione fra l’accusa e l’intimidazione.
Intendiamoci, le critiche sono sempre benvenute: aiutano a sbagliare di meno. Ma le aggressioni non sono critiche. Invitare al silenzio arrivando infine a prescrivere la vergogna come terapia, non è certo criticare. La canzone è sempre la stessa e il suo refrein ormai conosciuto. Ma anche se lo spartito è noto c’è sempre uno sciame di chansonniers (epigoni del “capo”) pronti a esibirsi .
Non condivido gli attacchi apodittici ed indiscriminati né potrò mai condividere la politica scolastica di chi pensa che il funzionamento della scuola italiana sia inversamente proporzionale al riconoscimento dei diritti dei docenti e di tutto il personale scolastico. L’attacco alla scuola pubblica della Costituzione che forma uomini e cittadini attraverso il lavoro magistrale dei docenti svolto in ossequio ai principi contenuti negli artt. 33 e 34 Cost. è, per così dire, a geometria variabile, nel senso che può subirlo qualunque attore della vita scolastica ogni volta che abbia la (s)ventura di affrontare temi così delicati che attingono alla vita del Paese, al suo futuro che si costruisce quotidianamente nelle aule di scuola.
Il mio “grazie” va ancora a loro, ai docenti straordinari artefici del futuro dei loro studenti, che non si arrendono dinanzi alle difficoltà di una scuola mortificata da una decennale politica di tagli di risorse, che con responsabilità e coscienza non si sottraggono in alcun modo all’impegno richiesto per l’attivazione della didattica a distanza andando ben oltre la loro prestazione ordinaria in un momento che necessita da parte di tutti di azioni straordinarie.
Nessuna macchia di colore rosso potrà lordare le gote di chi, a cominciare dai docenti, invoca il rispetto dei diritti civili e sociali, inestimabili valori di democrazia.