Il Contratto siglato nella notte del 22 dicembre riguarda i dipendenti di ministeriagenzie fiscali ed enti pubblici non economici, ossia una platea di circa 247mila persone; per Scuola e Sanità invece ancora non ci sono passi avanti.

Da “IL Fatto”: 
Fino all’ultimo gli occhi sono stati puntati sul meccanismo degli aumenti. L’accordo prevede aumenti retributivi sullo stipendio base che vanno dai 63 ai 117 euro mensili lordi a regime. A questi incrementi va aggiunto l’assegno per i livelli più bassi, che oscilla tra i 21 e 25 euro (valido per dieci mensilità) e che quindi, per l’anno prossimo, va dai circa 211 ai 258 euro a testa. In più c’è un bonus supplementare che potranno erogare le amministrazioni che possono contare su più risorse. Gli aumenti non partiranno dal primo gennaio 2018, come avevano chiesto le parti interessate, ma da marzo. Resta però coperta la platea del bonus degli 80 euro, che si aggiunge all’aumento medio di 85 euro, mentre per il nuovo comparto delle Funzioni Centrali ci saranno anche gli arretrati del 2016 e del 2017 e ripartirà la contrattazione per il trattamento accessorio. Raggiunto l’accordo anche sui tetti agli straordinari. “Avevamo chiesto di arrivare a un tetto di 180 ore – spiega a ilfattoquotidiano.it il segretario nazionale Cgil Fp Salvatore Chiaramonte – ma nell’accordo è previsto un tetto di 200, che è comunque un buon risultato, considerando che è aperta la possibilità di contrattazioni per alcune amministrazioni in situazioni particolari”.
Uno dei temi su cui si è molto discusso è la riduzione del tempo minimo da dedicare alla pausa pranzo. “In realtà – aggiunge Chiaramonte – la pausa pranzo resta fissata a 30 minuti (l’ipotesi era quella di ridurla a 10), si mantiene il buono pasto (il cui valore è fissato a 7 euro) che verrà esteso anche ad altre realtà nelle quali non era previsto”. Il contratto conferma anche le 36 ore per l’orario di lavoro, introducendo una certa flessibilità, ovvero fasce di tolleranza in entrata e in uscita. “Regolate questioni importanti – spiega Fp Cgil – come la pausa esigibile, diritto delle lavoratrici e dei lavoratori”. Confermata l’esclusione del Jobs Act dal contratto, a partire dal mantenimento dell’articolo 18. Nell’accordo viene introdotto un nuovo sistema di relazioni sindacali con il ritorno della contrattazione e l’incremento dei poteri demandati alle Rsu. L’obiettivo della meritocrazia auspicato dalla ministra Madia è tutto sui premi di produttività che saranno proporzionati in base ai meriti del singolo e del suo ufficio. Una questione che si intreccia a quella della stretta sull’assenteismo. La tendenza è quella di premiare chi lavora di più a causa delle mancanze dei colleghi.