Flora Frate: Dire che verranno assunti 85mila docenti precari non significa nulla (da infodocenti.it)
L’on. Flora Frate del Gruppo Misto, insegnante, da sempre molto vicina al mondo della scuola e dei precari, con un post Facebook, fa una lunga riflessione in merito alle prossime immissioni in ruolo che qua riportiamo: “Ogni settimana in tv, in una nota trasmissione serale, e senza un minimo di contraddittorio che non sia lo stucchevole gioco delle parti di un giornalismo accomodante. In pochi possono vantare un privilegio del genere. Finisce così che passano i messaggi più distorti, il reality che prende il sopravvento sulla realtà.”
– In particolare l’on. si sofferma sulle immissioni…
“Dire che verranno assunti 85mila docenti precari non significa nulla. È una frase che galleggia nell’universo mediatico senza appigli concreti, utile ad una certa propaganda nel tentativo maldestro e goffo di riparare alle tante brutte figure fatte fino ad ora. Ma la pezza, come si suol dire, è peggio del buco. Cerchiamo di mettere ordine raccontandoci come stanno per davvero le cose. L’aumento del numero di immissioni, che è merito di Gualtieri e del MEF, per quanto incoraggiante è chiaramente insufficiente se si considera che i posti vacanti sono oltre 200mila e non sarà sufficiente neppure lo scorrimento delle graduatorie, molte delle quali sguarnite di candidati da assumere. Pertanto a settembre avremo il più alto numero di contratti a tempo determinato e il concorso, se e quando si farà, rischia di essere parte del problema e non la soluzione. Non solo perché è mancato il coraggio di immaginare una modalità selettiva che fosse davvero meritoria, basata sulla valutazione dei titoli e del servizio prestato (com’è stato fatto giustamente per i precari della Sanità), ma perché le eventuali assunzioni non entrerebbero a regime prima del prossimo anno scolastico.” – prosegue – “La realtà è che le immissioni in ruolo effettive saranno di gran lunga inferiori ai numeri roboanti del Ministero, verosimilmente circoscritte ai soli pensionamenti di quest’anno. Questo non lo si dice, così come non si dice che i posti per gli insegnanti di religione saranno solo 476 su una platea di circa 15 mila docenti. Mentre sui Diplomati Magistrale, che sono stati licenziati nell’indifferenza generale e che stanno vincendo non poche battaglie legali, nemmeno una parola. Davvero la scuola merita tanta confusione, approssimazione e conclamata ambiguità? Oramai è evidente il fallimento politico nella gestione di un Ministero che rifugge ogni responsabilità scaricando le scelte e le conseguenze sugli altri. Le linee guida le scrive il Comitato Tecnico Scientifico. Delle misure sanitarie, e su come intervenire, se ne occupa il Ministro della Sanità. I banchetti sono compito del Commissario Arcuri. I soldi li trova il Ministro dell’Economia. Quello che rimane è la vastità sconfinata di una propaganda incontenibile e priva di pudore,di logica e di buon senso. In questo, al Ministero dell’Istruzione, davvero non li batte nessuno.“