Il problema è che come fai sbagli.
Se non sei interessata e usi perifrasi, dovresti parlargli con chiarezza.
Se non sei interessata e lo dici chiaramente, che stronza, gli spezzi il cuore.
Se continui a vederlo, lo illudi che ci sia ancora speranza.
Se tagli i ponti, lo fai soffrire per il distacco.
Se ignori battute sessiste, su, un po’ di orgoglio, legittimi la mancanza di rispetto.
Se reagisci alle battute sessiste, ma come sei pesante, fattela una risata.
Se conservi le relazioni che avevi prima di lui, lo fai ingelosire.
Se lui diventa la tua unica relazione, non puoi farti terra bruciata intorno.
Se hai meno successo di lui, vuoi fare la mantenuta, sei una zavorra.
Se hai più successo di lui, lo fai sentire inadeguato, vuoi umiliarlo.
Se il violento sembra violento, te lo sei proprio cercato.
Se il violento sembra un bravo ragazzo, devi averlo fatto esasperare.
Se riconosci i segnali di violenza, ma dai, su, non esagerare.
Se non riconosci i segnali di violenza, come hai fatto a non accorgertene?!
Se lo denunci, gli rovini la vita.
Se non lo denunci, avresti dovuto cercare aiuto.
Se scappi, ti comporti da preda.
Se resti, ti comporti da preda.
Il problema è che come fai sbagli, in una società sbagliata.
In una società giusta, ogni persona dovrebbe sapere che la relazione si basa sul consenso.
E che ogni mancato consenso, ogni rifiuto, è un’eventualità accettabile e da accettare.
In una società giusta, il possesso riguarda al più gli oggetti, certo non le persone.
In una società sbagliata, invece, a sentirsi sbagliata è la vittima, anche se a sbagliare è il carnefice.
Roberta Covelli