Alle 17, 16 del 26 ottobre è pervenuta la solita circolare di Bruschi, che evidentemente ama il tramonto e la sera per esplicitare il pensiero ministeriale sui tanti temi dell’emergenza. Oggetto “Indicazioni operative per lo svolgimento delle attività didattiche nelle scuole del territorio nazionale in materia di Didattica digitale integrata e di attuazione del decreto del Ministro della pubblica amministrazione 19 ottobre 2020”. Il testo della circolare mostra un diffuso rancore contro quelle organizzazioni sindacali che si sarebbero rese colpevoli di non avere sottoscritto nei tempi e nei modi voluti da Bruschi il contratto integrativo nazionale sulla Didattica a distanza. Addirittura il dott. Bruschi (euro 220.000 annui per le sue prestazioni) scrive che “La decisione dell’Amministrazione, pertanto, è di dare indicazioni alle istituzioni scolastiche sulla base dell’ipotesi contrattuale nel testo ampiamente condiviso e già sottoscritto da due sigle, CISL e ANIEF, che si ringrazia per l’altissima comprensione del momento dimostrata”. Tradotto: le altre OO.SS. non hanno molta comprensione per il momento difficile che l’Italia sta vivendo e si rendono corresponsabili della difficile situazione che le scuole stanno vivendo. Chiariamo alcune cose al Dott. Bruschi:

  • La legge n.41/2020 (Legge!! Non circolare…) prevedeva che entro l’inizio dell’anno scolastico doveva essere fatto un CCNI (Contratto Collettivo Nazionale Integrativo) sulla Didattica a Distanza. Peccato che l’Amministrazione si sia ricordata della sua oggettiva e inescusabile inadempienza solo il giorno 22 ottobre (ben 52 giorni dopo la scadenza…) e abbia preteso di chiudere la contrattazione entro 48 ore. Motivo: bisognava dare alle scuole chiare indicazioni sul loro funzionamento da lunedì 26. Tradotto: la delegazione del MI ha prospettato alla Ministra Azzolina che sicuramente entro la settimana sarebbe stato firmato il CCNI e che poteva presentarsi in Consiglio dei Ministri per il nuovo DPCM e in televisione (programma di Fazio) con un contratto firmato da tutte le OO.SS. sulla Didattica Digitale Integrata (altra invenzione bruschiana…mai discussa e condivisa con le OO.SS.). Purtroppo così non è andata soprattutto per l’arroganza dimostrata nel costringere le OO.SS. a decisioni in tempi brevissimi senza alcuna verifica con i loro organismi democratici statutari. Non è un caso che si fosse arrivati ad un accordo per una decisione condivisa da prendersi il giorno lunedì 26 ottobre, ma Bruschi si è posto di traverso all’ultimo momento imponendo la firma immediata o al massimo per sabato 24. I risultati sono sotto gli occhi di tutti con la firma solo di ANIEF e CISL fatta domenica 25. Una bella riuscita!!

  • Il contenuto del CCNI, dopo almeno 12 ore di trattativa, è stato sicuramente migliorato e la delegazione della FGU–Gilda degli Insegnanti ha condotto con le altre OO.SS. una lunga battaglia per espungere dal testo proposto inizialmente dall’amministrazione le parti inaccettabili (si pensi alla cosiddetta banca delle ore per i recuperi delle lezioni non effettuate in termini tradizionalmente quantitativi). Ma molte sono ancora le parti del tutto ininfluenti sulla situazione della scuola reale e si lascia ancora troppo spazio alle interpretazioni dei dirigenti scolastici.
  • Alcune importanti richieste sindacali sono restate non adeguatamente affrontate nel dispositivo del testo “finale”. La questione dell’utilizzo degli strumenti informatici per la DDI è stato demandato all’uso della carta del docente. Ricordiamo che essa è prevista dalla legge 107/15 solo per i docenti a tempo indeterminato e non li obbliga a comprare computer per la didattica (un docente potrebbe spendere tutti i 500 euro annui in formazione, in libri, abbonamenti teatrali, ecc.). Non è chiaro, anche se è evidente nella realtà, che uno studente o un docente non può restare al terminale video per quattro-cinque ore senza adeguate pause previste anche per chi lavora al computer come telelavoro o come videoterminalista dal D.Lgs 81/08 e che le pause non possono essere contabilizzate come recuperi da effettuare con ulteriore erogazione di lavoro. Tutto questo senza contare la complessità del lavoro dei docenti che dovrebbero, e devono, farsi carico di una complicata e onerosa preparazione e somministrazione di materiali, strumenti di valutazione, integrazione dei testi in adozione , spesso non sufficientemente organizzati per la didattica on line, ecc. Le stesse linee guida sulla DDI, grande invenzione dopo la DAD, del resto parlano di uno standard minimo settimanale da erogare in modo sincronico (tradotto: on line) e di una parte di didattica asincrona (preparata offline)….
  • Resta ancora in una zona grigia la questione dei quarantenati. In particolare di coloro costretti a stare a casa, senza una specifica certificazione medica per malattia, perché obbligati alla quarantena fiduciaria mentre la classe potrebbe essere totalmente in presenza. Le OO.SS. hanno richiesto che i docenti chiamati a “tenere” la classe come vigilanti nelle lezioni somministrate on line dal quaratenato fossero ristretti ai membri del consiglio di classe a disposizione o della materia di competenza con supplenti chiamati all’occorrenza. Su tale punto più di metà della circolare si è soffermata con confuse indicazioni. In sintesi: bisogna trovare dei docenti badanti delle classi oggetto di Didattica a distanza operata dal quarantenato. L’ultimo DPCM del 25 ottobre per la secondaria di secondo grado fa piazza pulita di fatto della questione, ma il problema rimane per il primo ciclo. Sulla reiterata richiesta di chiamare supplenti per sostenere le lezioni erogate a distanza per la classe in presenza si è risposto che non ci sono supplenti.Troppo comodo.

Si poteva addivenire ad una soluzione positiva con l’apporto di tutte le sigle sindacali solo se ci fosse stato il tempo per un passaggio con la Ministra in qualità di garante di impegni politici che la maggioranza delle OO.SS. ritengono imprescindibili. In primis la revisione della norma inerente la carta del docente e l’apertura di un tavolo per la parte economica del CCNL scaduto dal 1 gennaio 2019 e che dovrebbe riconoscere l’esponenziale aumento dei carichi di lavoro dei docenti con la DDI. Mercoledì ci sarà un incontro con la Ministra e si spera che il dialogo riprenda con impegni chiari e precisi, ricordando quelli già presi da Conte nel precedente governo e durante il ministero Fioramonti. Almeno in quel contesto confidiamo non ci sia il solito megafunzionario che crede di essere il vero ministro.

di Giovanni Pagina, dalla Gilda degli Insegnanti della Provincia di Venezia, 27.10.2020.