GILDA ¬ Comunicato stampa “Siamo esterrefatti del linguaggio offensivo usato da un’organizzazione rappresentativa dei dirigenti scolastici nei confronti dell’onorevole Granato. Alla senatrice va tutta la nostra solidarietà”.
ANP – comunicato
L’Associazione nazionale presidi e la Senatrice Granato
In questi giorni si sta sviluppando, nel mondo della Scuola, una polemica molto dura tra il sindacato dei Dirigenti scolastici (ANP) e la Senatrice del M5S Granato, “rea” di aver presentato un Disegno di Legge che propone l’istituzione di una “Commissione di Garanzia” presso gli USR, cui i lavoratori della Scuola possano ricorrere – prima e senza andare in Tribunale – contro decisioni dei Dirigenti considerate ingiuste o illegittime, soprattutto per questioni attinenti alle sanzioni disciplinari.
Vale la pena di ricordare che una simile Commissione è esistita, e a livello Provinciale, sino alla approvazione del D.Lgs 150/2009 “Brunetta” che ha modificato la procedura disciplinare; successivamente la Legge 107/2015 “buonascuola” (!) ha sancito l’ulteriore aumento del potere dirigenziale sino a livelli probabilmente inadatti alla figura, alla preparazione, al ruolo della maggior parte dei Dirigenti.
Ad oggi, il Docente o altro lavoratore della Scuola, che ricevesse una Sanzione che ritiene immotivata, ingiusta, infondata, irragionevole, può soltanto tentare una Conciliazione (cui i dirigenti quasi sempre si sottraggono) oppure affrontare spese e complicazioni di una Causa presso il Tribunale del Lavoro, dai tempi assolutamente incerti….
Colpisce, nella vicenda, il livore personale espresso nei confronti non del DDL, ma della PERSONA che ne è presentatrice e estensore: ricordiamo ai Dirigenti ANP che sarà comunque l’iter parlamentare a determinare l’approvazione o meno del DDL; ci chiediamo anche, e di questi tempi è d’obbligo, se i toni sarebbero stati i medesimi nel caso in cui si fosse trattato di un Senatore dell’altro sesso.
Non sono poche, infatti, le segnalazioni che ci arrivano, su Dirigenti (ahinoi, sia uomini che donne) che si rivolgono all’insegnante uomo con il titolo di “Professore” e alla insegnante donna chiamandola “Signora” quasi a disconoscerne titolo e professionalità: e sarebbe al contempo grave e triste vedere il “sessismo” infiltrarsi nella scuola/comunità educativa”!