Sono state pubblicate le ordinanze ministeriali 36 e 37, che riguardano la mobilità del personale docente, educativo e ATA per l’a.s. 2025/26 e la mobilità dei docenti di religione.
Le date di presentazione delle istanze sono state modificate per quanto concerne il personale docente rispetto a quanto comunicato in precedenza, le nuove date sono le seguenti:
PERSONALE DOCENTE
domande dal 7 al 25 marzo 2025, pubblicazione esiti movimenti 23 maggio 2025
PERSONALE EDUCATIVO
domande dal 7 al 27 marzo 2025, pubblicazione esiti movimenti 27 maggio 2025
DOCENTI IRC (da presentare in formato cartaceo)
Domande dal 21 marzo al 17 aprile 2025 , pubblicazione movimenti 30 maggio 2025.
Novità in evidenza
SOSTEGNO, GILDA: NORMA PROPAGANDISTICA, PIUTTOSTO STABILIZZAZIONE DOCENTI
Si è tenuto oggi un incontro presso il Ministero dell’Istruzione sulla continuità didattica dei docenti di sostegno. La misura, inserita nel DL n.71 del 31 maggio 2024, prevede la possibilità che sia la famiglia dell’alunno ad indicare al Dirigente Scolastico la conferma dell’insegnante di sostegno piuttosto che attraverso le consuete operazioni di nomina, come previsto dalla legge 71 del 2024.
(altro…)CCNI MOBILITA’, GILDA: SODDISFATTI PER RICHIESTE ACCOLTE, ANCORA RISERVE PER ABOLIZIONE TUTTI VINCOLI

Questa mattina la Federazione Gilda-Unams, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha sottoscritto insieme alle altre organizzazioni sindacali, il nuovo CCNI 2025-28 inerente la mobilità del personale scolastico.
La delegazione FGU si ritiene soddisfatta delle modifiche apportate rispetto al passato, in quanto i vincoli sono stati attenuati e le deroghe ampliate. Tra gli aspetti positivi, l’ampliamento della platea di coloro che possono usufruire delle deroghe, tra cui i genitori di figli minori di 16 anni e di figli di genitori over 65.
RSU 2025: candidati con il Sindacato degli Insegnanti!

Concorso PNRR2: tutorial e informazioni “made in Gilda”
GILDA: NO AL MODELLO SCUOLA/AZIENDA, SI’ A SCUOLA DELLA CONOSCENZA E DEL SAPERE DISCIPLINARE
La riflessione della Gilda degli Insegnanti sul modello della ‘Scuola-azienda’ .
L’autore del breve commento sulla stampa nazionale alla pubblicazione dell’edizione 2024 di Eduscopio, la classifica di Fondazione Agnelli, che a l’autore ha la presunzione di segnalare le “scuole migliori” d’Italia, approfitta per lanciarsi in un panegirico della scuola-azienda e della necessaria, sempre a suo dire, concorrenza tra istituti scolastici. In premessa è necessario precisare che i “ritardi strutturali” che l’autore imputa alla scuola sono tutti da dimostrare e che la moderna scienza dell’organizzazione aziendale, in tutti i settori dal manifatturiero al terziario, da “illo tempore” ha abbandonato l’idea che la vecchia organizzazione gerarchica basata sulla concorrenza migliori le prestazioni e la produttività di chiunque.
Tutta la letteratura scientifica sul tema da decenni sostiene, e dimostra, che solo un’organizzazione non gerarchica e non competitiva migliori di gran lunga la produttività delle aziende.
Il segreto del bravo imprenditore è la capacità di coinvolgimento e di condivisione con i collaboratori e con tutto il personale della mission aziendale.
Tra l’altro è facilmente dimostrabile, dati alla mano, che proprio la politica scolastica di questi ultimi decenni, tutta tesa a introdurre elementi caratterizzanti la vecchia idea di aziendalizzazione nell’organizzazione delle scuole: dall’autonomia scolastica alla dirigenza agli ex-presidi, dal middle management al progettificio, è sicuramente responsabile della scomparsa della conoscenza, del sapere disciplinare, cioè della scuola “scuola-brodo” di cui si lamenta l’autore.
Premesso tutto ciò, la differenza tra una scuola e un’azienda la spiega molto bene il filosofo francese Michel Serres quando afferma che: “Se tu hai un pane e io un euro, e io uso il mio euro per comprare il tuo pane, alla fine dello scambio avrò il pane e tu l’euro. È un equilibrio perfetto, no? Prima A aveva un euro e B un pane, dopo lo scambio A ha il pane e B l’euro. È una transazione equa, ma puramente materiale. Ora, immagina di avere un sonetto di Verlaine o di conoscere il teorema di Pitagora, mentre io non ho nulla. Se me li insegni, alla fine di questo scambio io avrò imparato sia il sonetto che il teorema, ma tu continuerai a possederli. In questo caso, non c’è solo un equilibrio, ma una crescita. Nel primo caso, abbiamo avuto uno scambio di beni; nel secondo, abbiamo condiviso conoscenza. E mentre i beni si consumano, la cultura si espande all’infinito”.
In conclusione, per tornare ad una scuola della conoscenza e del sapere disciplinare si dovrà fare esattamente il contrario di quanto chiesto dall’autore, cioè con buona pace di tutti i palingenetici, abbandonare l’idea della scuola-azienda e ridare vita alla scuola Istituzione, perché ciò che può fare la scuola nessuna azienda lo può fare.