Rino di Meglio (Gilda): “I signori della politica dovrebbero uscire dagli slogans e fermarsi a riflettere”
Il coordinatore nazionale della Gilda, Rino di Meglio, interviene sulla questione del “merito” al centro del dibattito di questi giorni. Questione sollevata dapprima dalla politica attorno al concorso straordinario della scuola e poi apparsa sui giornali con attacchi frontali alle organizzazioni sindacali rei di tenere in “ostaggio” la scuola. Con un lungo post, che riportiamo, Rino di Meglio spiega il suo punto di vista sottolineando quanto pochissimi siano stati i concorsi ordinari negli ultimi 20 anni:
“A proposito di merito in questi giorni alcuni autorevoli giornali hanno ospitato interventi che accusavano i sindacati della scuola di non volere i concorsi e le assunzioni per merito, ma di perseguire delle sanatorie per stabilizzare l’esercito di precari che si è creato nella scuola. In precedenza lo spadone del merito è stato brandito anche da qualche politico, non senza un certo fervore da crociata, degno di miglior causa.
I signori della politica dovrebbero uscire dagli slogans e fermarsi a riflettere, negli ultimi vent’anni tutti hanno governato o stanno governando, a turno, e tutti hanno lasciato che la situazione del reclutamento nella scuola degenerasse ai livelli assurdi in cui ci troviamo oggi.
Di chi è colpa se in 20 anni i concorsi ordinari banditi per la scuola secondaria non riescono a raggiungere le dita di una mano ?
Ci rendiamo conto che , oltre alla rarefazione dei concorsi abbiamo avuto un continuo cambiamento delle regole per concorsi ed abilitazioni, creando ondate differenti di precari e di aspettative oltre che di incertezza per i giovani che intendono accostarsi alla professione docente ?
In nessun paese sviluppato la classe politica è stata così abile a creare meccanismi per la generazione di precari nel settore scolastico.
Oggi, nella scuola italiana, a seguire le diverse categorie di precari viene mal di testa.
Chi scrive ha invitato tutti i ministri che si sono succeduti ad occuparsi seriamente del problema, ottenendo spesso un attento ascolto, senza che ne seguissero fatti concludenti, anche se i nodi sono chiari:
1. La procedura burocratica per l’indizione e lo svolgimento dei concorsi deve essere sveltita e gli uffici locali debbono essere nella condizione di indire immediatamente un concorso quando vi siano i posti disponibili.
2. I docenti che compongono le commissioni d’esame debbono essere docenti preparati e quindi esonerati dal lavoro a scuola per il periodo del concorso, e magari debbono pure essere retribuiti dignitosamente.
Ve lo immaginate un bravo insegnante, a scuola a far lezione, a correggere i compiti e preparare le lezioni successive, qualche immancabile giornata di riunioni, e dove lo trova i tempo di fare il commissario di concorso ?
Infatti nell’ultimo concorso per costituire le commissioni si è dovuto ricorrere a precari che, spesso esaminavano docenti più esperti di loro.
Signori della politica, in queste condizioni parlare di merito e concorsi diventa una barzelletta.
Se, indifferentemente dal vostro colore, avete a cuore le sorti della scuola e del nostro Paese, studiate con umiltà il problema e cercate di risolverlo, con meno stucchevoli polemiche.“
Rino di Meglio