CRISI DI GOVERNO E CONTRATTO SCUOLA

da infodocenti.it – Fabrizio Reberschegg
L’ultimo contratto collettivo di lavoro della scuola è stato firmato in fretta a furia prima della scadenza elettorale di marzo 2018 sotto la pressione del governo Gentiloni che sperava di recuperare il consenso, perso, dei docenti e dei lavoratori della scuola dopo la pessima riforma di Renzi (legge 107/15 Buona Scuola..). Si riproducono di fatto le stesse condizioni per una firma quasi imposta dai partiti che stanno nel governo in carica solo per l’ordinaria amministrazione per andare in campagna elettorale cantando vittoria a favore dei lavoratori della scuola. Il contesto è simile: un contratto scaduto da anni, la perdita del potere d’acquisto degli stipendi, il peggioramento delle condizioni lavorative, il tentativo di far rientrare la formazione come attività funzionale alla docenza. Nel caso attuale ci sono alcuni elementi peggiorativi. Il quantum (la massa stipendiale) è di fatto già cristallizzata dalle precedenti leggi di bilancio. Non ci sono spazi per un suo allargamento. Al massimo si potranno chiedere somme una tantum per gli arretrati con corrisposti nel triennio precedente. Gli elementi peggiorativi sono derivati dal panorama economico e sociale generale: la crisi climatica, la guerra in Ucraina, l’inflazione da costi delle materie prime e
dell’energia.

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Immissioni in Ruolo 2022/23 – Regione Veneto

In data odierna – 20 luglio – l’USR Veneto ha pubblicato il Decreto e l’Allegato 1 che definiscono il riparto delle Immissioni in ruolo previste, per Ordine di scuola, tipologia di posto e classe di concorso. Pubblicato anche l’accantonamento posti per la nuova procedura concorsuale Straordinario-bis art 59 c.9 bis – DL 73/2021

IMMISSIONI IN RUOLO PERSONALE DOCENTE 2022-2023

In attesa che si apra la procedura su Istanze On Line per l’espressione delle preferenze relative alle immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2022/2023 (dal 16 al 18 luglio), pubblichiamo il file della guida rapida con le istruzioni.

Sempre in allegato al presente articolo, trovate il resoconto dell’incontro tra le OO.SS e il Miur tenutosi il giorno 14/7.

Rapporto Eurydice, i docenti italiani i più penalizzati d’Europa: il caso

da Tecnica della Scuola; 13 luglio. Il settore educativo e dell’istruzione, purtroppo, si contraddistingue nel Belpaese per i limitati investimenti sull’ammodernamento delle strutture, sulla formazione continua dei docenti, sull’aggiornamento storico dei programmi e sulla garanzia di migliori condizioni occupazionali, salariali e di welfare, dato l’oramai arcinoto lavoro sommerso non retribuito che colpisce i lavoratori di settore: compiti, organizzazione delle lezioni e dei relativi contenuti, allestimento di OSA, unità didattiche e via dicendo non sono conteggiate nell’organico orario.
Tra quelli che se la cavano peggio, secondo l’annuale rapporto emesso dalle istituzioni europee, figurano i docenti della scuola primaria, i cui arruolamento ed abilitazione sono caratterizzati da stipendi bassissimi, mobilità professionale estrema e welfare pressoché inesistente in Italia. Il gap salariale è elevatissimo, e si accentua ulteriormente dopo 15 anni di insegnamento, divenendo imbarazzante. Seguono dati e considerazioni.

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