Con la conversione in legge del DL 127/2025 la Carta docente è stata finalmente estesa a tutto il personale docente con supplenza al 30 giugno, oltre che a quello con supplenza al 31 agosto e al personale educativo.

Si tratta di una battaglia che da tempo la Gilda degli Insegnanti ha portato avanti con numerose vertenze promosse in tutt’Italia a tutela dei docenti precari.

Restano comunque ancora inevase le tantissime richieste pervenute al Mim, a seguito di vertenze legali avviate dai docenti precari, per vedersi riconosciuto il diritto anche per gli anni pregressi. Auspichiamo a questo punto che il Ministero voglia finalmente risolvere interamente il contenzioso attribuendo il beneficio per tutti gli anni spettanti.

Le nuove disposizioni sulla Carta docente non sono comunque esenti da aspetti di criticità. Innanzitutto non si capisce la decisione che limita la possibilità di acquistare prodotti hardware e software solo con cadenza quadriennale. Così come non sarebbe accettabile che, per estendere la Carta a tutto il personale docente ed educativo, si possa ridurre la somma del beneficio spettante.

Altro aspetto discutibile riguarda i tempi di attesa: a fronte di un anno scolastico che inizia a settembre, l’ipotesi per l’accreditamento sarebbe fissato per gennaio, quando tutti i lavoratori del settore sanno che, anche un solo corso di formazione costituisce una spesa ingente e che, in generale, prevede l’attivazione dal mese di settembre/ottobre.

Senza contare che, anche prendendo atto di questa nuova cadenza, gli avanzi dell’anno scolastico precedente rimangono comunque inutilizzabili e non se ne capisce la ragione.

Come al solito il Ministero non perde occasione per far percepire ai suoi docenti un senso di frustrazione ormai regolare, quasi fossero ad elemosinare le briciole.

Se, come la Gilda sostiene da sempre, quei soldi fossero integrati nello stipendio, tutto questo sarebbe ampiamente evitato, ma sappiamo che il buon senso non è ciò che contraddistingue il nostro Ministero da molto tempo.