Riforma Bianchi, una umiliazione per i docenti italiani?

Da Tecnica della Scuola-Scriviamo questo appello affinché l’ennesima apodittica ed improvvisata riforma della scuola non si trasformi in una vera e propria umiliazione per i docenti italiani e, cosa ancor più grave, in una catastrofe educativa e culturale per gli studenti. La bozza della riforma prevede, tra le altre cose, la cosiddetta “formazione continua incentivata“, che vorrebbe legare la progressione stipendiale dei docenti alla loro volontaria partecipazione a percorsi di formazione professionale i cui contenuti e le cui procedure di superamento sono rigidamente stabiliti a livello centrale o a livello di istituzione scolastica.

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Berlinbianchi: il decreto legge su reclutamento e formazione continua: confuso, complicato e provocatorio

Da infodocenti.it – Frabrizio Reberschegg – Gilda Venezia.
Il Consiglio dei Ministri ha licenziato il testo del decreto legge che dovrebbe portare all’ennesima riforma del reclutamento e all’ennesimo sconfinamento della Legge (..meglio del governo) in materia contrattuale. Il provvedimento, dicono, si rende necessario per ottenere i finanziamenti previsti dal PNRR. Peccato che i finanziamenti attesti siano finalizzati soprattutto alla riconversione dell’attuale edilizia scolastica, a nuova edilizia scolastica e all’implementazione del “servizio” della scuola dell’infanzia e dei nidi. Come è noto i soldi del PNRR non possono essere utilizzati per aumenti stipendiali dei docenti e del personale della scuola. Anzi il DEF, recentemente licenziato dal Parlamento, prevede incredibilmente una riduzione degli stanziamenti per la scuola in nome del previsto decremento demografico dei prossimi anni.

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DECRETO LEGGE / SINDACATI SCUOLA: CONTESTATO METODO E STRUMENTO

Mentre è in corso il Consiglio dei Ministri circolano diverse bozze del decreto legge legato al reclutamento e alla formazione, che se verificate, interverrebbero negativamente sul rapporto di lavoro del personale della scuola. E’ possibile che un piano di questa portata sia definito per decreto, senza un vero confronto, né con il Parlamento, né con i sindacati? E’ una critica forte quella che giunge dai sindacati scuola – Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda – nel contestare il metodo utilizzato («Il ministro ha presentato la settimana scorsa non un testo su cui aprire il confronto ma delle slides e oggi porta in Cdm un testo diverso») sia lo strumento (il decreto legge è misura caratterizzata dai requisiti di necessità ed urgenza). Perché la scuola continua ad essere terreno di incursioni legislative? Un piano che utilizza percorsi di formazione incentivati – secondo le ultime indiscrezioni sui testi – senza prevedere investimenti nuovi, va a depauperare ulteriormente le poche risorse destinate al rinnovo contrattuale.
Servono risorse per la valorizzazione docente che deve essere ricondotta pienamente alla contrattazione. Sono necessari fondi nuovi – spiegano Sinopoli, Barbacci, Turi, Serafini e Di Meglio – da destinare al contratto e alle forme che contrattualmente saranno definite per la formazione e la valorizzazione professionale. Un progetto che sembrerebbe non contenere alcuna misura per il personale precario – denunciano i cinque segretari – che in questo modo non avrebbe alcuna possibilità di rendere stabile il proprio lavoro. Si apra un vero confronto con le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori.

Meno soldi alla scuola con il DEF: le prime proteste arrivano dalla Gilda

La Tecnica della scuola, 7.4.2022 – Sulla “filosofia” del DEF approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 aprile stanno arrivando le prime prese di posizione sindacali.
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, non ha dubbi: “È inaccettabile che, dopo anni di tagli, sulle risorse destinate alla scuola si abbatta ancora la scure della politica. Il decremento demografico è innegabile, ma perseverare nel relegare l’istruzione al ruolo di cenerentola della spesa pubblica dimostra una grave miopia che il nostro Paese sconterà pesantemente in futuro”. Si chiede Di Meglio: “L’Italia vuole ghettizzare oppure integrare e, dunque, investire sulla scuola, che rappresenta la prima frontiera dell’integrazione culturale e sociale delle migliaia di alunni stranieri? Se si rinuncia a questa missione, avremo un Paese con periferie ridotte a ghetti e costretto ad aumentare la spesa per l’ordine pubblico e per le carceri”.

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Gps, criticità ancora non risolte sulle sanzioni

di Sabrina Maestri, Scuola in Forma, 9.4.2022 – Dal confronto tra sindacati e MI riguardo l’aggiornamento delle Gps per ora non è emerso nessuno spiraglio di allentamento circa le sanzioni. A seguito dell’incontro tra sindacati e MI permangono ancora alcune criticità in merito al contenuto dell’ordinanza che definirà l’aggiornamento delle Gps. Sembra che ci siano buone possibilità sul posticipo della finestra temporale per l’inoltro della relativa domanda, che potrebbe essere aperta a fine aprile, o persino nei primi giorni di maggio. Uno dei nodi irrisolti resta però quello delle sanzioni, contestate dai sindacati per l’eccessiva rigidità. Intanto martedí 12 aprile ci sarà un nuovo incontro tra sindacati e Ministero per parlare del nuovo piano di reclutamento dei docenti, e potrebbe essere l’occasione per affrontare nuovamente la questione. Vediamo intanto di quali sanzioni si tratta.
Gps, il Ministero dell’Istruzione mantiene per ora la linea dura.
Sembrano permanere ancora le penalizzazioni per chi dovesse abbandonare una supplenza conseguita dalle Gps o rifiutare un incarico ottenuto dalle stesse graduatorie. In base infatti alla bozza dell’ordinanza nel caso di abbandono di supplenza è previsto il depennamento per l’intera durata delle Gps, dunque per tutto il biennio.
Invece per chi dovesse rifiutare l’incarico ottenuto dalle suddette graduatorie, è prevista la sospensione dell’insegnante per tutto l’anno scolastico. Non sarà di conseguenza possibile ottenere supplenze nemmeno dalle graduatorie d’istituto.
Il MI, nonostante la pressione dei sindacati che chiedono un ammorbidimento di queste previsioni, non sembra retrocedere di un passo. Nessun risvolto positivo dunque al riguardo è previsto per ora.
I sindacati sono comunque intenzionati a continuare il pressing per dare maggiore possibilità ai supplenti di conseguire incarichi senza avere il timore di incorrere in punizioni eccessivamente severe.

Maleducati e contenti

di Massimo Gramellini, Il Corriere della sera, 7.4.2022 – Si può condannare una maestra a quasi due mesi di reclusione per avere sgridato dei bambini di quinta elementare che, dopo avere imbrattato le pareti dei bagni con le loro feci, avevano ignorato i rimbrotti della bidella con sovrano menefreghismo? Non riesco più nemmeno ad avercela coi genitori che hanno sporto denuncia. Ormai tutto quello che si poteva dire sul rimbambimento narcisistico della categoria è stato detto: basta che un figlio racconti di essere stato vittima di un sopruso perché certi padri e certe madri prendano per buona la sua versione e si scaglino contro l’educatore esterno che ha cercato di supplire alle loro carenze. Come se la condanna dell’insegnante servisse ad assolverli.

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